Omaggi aziendali 2025: nuove regole fiscali e obbligo di tracciabilità

regime fiscale omaggi aziendali 2025_RCG commercialisti Genova

Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, molte imprese e professionisti si preparano a distribuire omaggi a clienti e dipendenti. La Circolare n. 26/2025 dello Studio RCG fornisce un quadro completo del regime fiscale applicabile agli omaggi, evidenziando le novità introdotte dal 2025, in particolare l’obbligo di tracciabilità dei pagamenti per garantire la deducibilità delle spese.

Novità 2025: obbligo di pagamento tracciabile

Dal 2025, le spese per omaggi ai clienti sono deducibili solo se pagate con strumenti tracciabili quali carte di credito/debito, bonifici bancari, app di pagamento come Satispay o PayPal. Per i professionisti, questo obbligo si applica alle spese sostenute dal 18 giugno 2025.

Omaggi ai clienti – Imposte sui redditi e IRAP

Gli omaggi di valore unitario fino a 50 euro sono interamente deducibili se pagati in modo tracciabile. Se il valore supera i 50 euro, rientrano tra le spese di rappresentanza e sono deducibili nei limiti percentuali previsti: 1,5% dei ricavi fino a 10 milioni di euro, 0,6% per la parte tra 10 e 50 milioni, 0,4% oltre 50 milioni. Per i beni autoprodotti, conta il valore di mercato per stabilire se rientrano nelle spese di rappresentanza, ma ai fini del calcolo del plafond rileva il costo di produzione effettivo.

Omaggi ai dipendenti – Imposte sui redditi

Il costo degli omaggi ai dipendenti è deducibile secondo le norme sui costi per prestazioni di lavoro. Per i dipendenti, gli omaggi ricevuti nel 2025 sono esenti da tassazione entro il limite di 1.000 euro (2.000 euro per chi ha figli a carico), insieme agli altri fringe benefit incluse le somme per utenze domestiche, affitto o interessi sul mutuo dell’abitazione principale.

Regime forfetario e contribuenti minimi

Nel regime forfetario le spese per omaggi non rilevano nella determinazione del reddito, poiché il reddito imponibile è calcolato applicando il coefficiente di redditività ai ricavi percepiti. Per i contribuenti minimi, gli omaggi fino a 50 euro sono interamente deducibili, mentre quelli di valore superiore seguono i limiti delle spese di rappresentanza.

IVA sugli omaggi

Le cessioni gratuite di beni rientranti nell’attività d’impresa sono imponibili IVA e vanno documentate con autofattura elettronica (codice TD27) o registro omaggi. L’IVA non addebitata in rivalsa è indeducibile. Sono esclusi da IVA i campioni gratuiti di modico valore contrassegnati in modo indelebile. Per i beni non rientranti nell’attività d’impresa, la cessione gratuita è esclusa da IVA e l’IVA a monte è detraibile solo se il valore unitario non supera 50 euro. Gli omaggi ai dipendenti sono esclusi da IVA e l’imposta relativa all’acquisto è indetraibile, salvo che si tratti di beni oggetto dell’attività d’impresa.

Buoni acquisto (voucher)

I voucher si distinguono in monouso, per cui l’operazione IVA si considera effettuata all’emissione, e multiuso, tassati solo al momento del riscatto. Ai fini delle imposte dirette, i voucher omaggiati ai clienti seguono il trattamento delle spese di rappresentanza, mentre quelli concessi ai dipendenti costituiscono fringe benefit con costi deducibili per l’azienda.

Lo Studio RCG rimane a disposizione per eventuali chiarimenti sulla corretta gestione fiscale degli omaggi aziendali.